Cosa c’è “intorno” ai dati: i metadati
Cosa c’è “intorno ai dati: i metadati – articolo di Francesco Politi
La raccolta di dati personali è senza ombra di dubbio la frontiera su cui le big tech company (Facebook, Instagram, Google, …) sembrano concentrare le proprie energie.
In questo contesto, viene spesso citato il termine metadati, ed in questo articolo proveremo a spiegarne il significato.
Facciamo un esempio: quando spediamo una cartolina, la imbuchiamo direttamente nella cassetta delle lettere.
Solo quando scriviamo una lettera ci poniamo lo scrupolo di proteggerla, mettendola dentro una busta, perché teniamo al fatto che rimanga una comunicazione riservata.
La nostra convinzione è quindi che il testo della lettera sia l’unico elemento che meriti di essere protetto.
Tuttavia, non possiamo evitare che terzi posino lo sguardo su quella busta, ne leggano il mittente, il destinatario, il francobollo e quindi la città di provenienza, etc…
Queste potrebbero apparire come informazioni di contorno, certamente meno sensibili rispetto al contenuto della lettera.
Facciamo un ulteriore esempio.
Consideriamo i tabulati telefonici di un qualsiasi utente.
Prendendo in esame una telefonata a campione, potremmo trovare informazioni del tipo:
- numero di telefono del destinatario della telefonata
- data e ora della chiamata
- durata della chiamata
e così via.
Queste informazioni “innocue”, potrebbero determinare in realtà altri dettagli meno evidenti.
Ad esempio
Potremmo realizzare che l’utente era sveglio alle ore 5:43 del mattino, che era agganciato ad una determinata cella telefonica e quindi localizzato con una certa precisione, etc…
Consideriamo ora gli stessi tabulati dello stesso utente, ma estendendo il periodo ad un intero mese.
Potrebbero risultare dei pattern, ossia degli schemi che definiscono certe regolarità. Ad esempio, la telefonata delle 18:32 ogni giorno, con durata approssimativa di 10 minuti, potrebbe facilmente essere quella col proprio partner a fine giornata lavorativa.
Trasferendoci sull’ambito prettamente informatico, ragioniamo su quello che succede quando visitiamo un sito con il nostro browser.
E’ abbastanza semplice dare per scontato che, nel momento in cui viene effettuata la connessione al sito, il server su cui lo stesso è ospitato registri una serie di informazioni:
- l’indirizzo IP della nostra connettività (e quindi il provider di appartenenza)
- il browser che stiamo utilizzando (Chrome, Firefox, Safari, …)
- il sistema operativo utilizzato (Windows, Apple, Linux)
… ma c’è dell’altro.
I Tracker
I siti web spesso e volentieri usano dei tracker per immagazzinare ulteriori dettagli relativi al nostro utente.
La EFF (Electronic Frontier Foundation) ha messo a disposizione un servizio chiamato Panopticlick per dimostrare quanti e quali dati possano essere collezionati dai tracker, come si può vedere nell’immagine sottostante:
In cima, viene mostrato (nel mio caso) un messaggio inquietante: “Your browser fingerprint appears to be unique among the 224,599 tested in the past 45 days”.
Questo indica che, nonostante non sia di certo l’unico utilizzatore di Mozilla Firefox, l’insieme delle altre informazioni (font installati sul mio computer, risoluzione dello schermo, fuso orario, …) hanno fatto sì che l’impronta del mio browser fosse del tutto unica su un gran numero di altri utenti.
Ciò rende pertanto possibile riconoscere il mio passaggio su un sito.
Per concludere, tutte queste informazioni di contorno sono appunto definite metadati.
Sono in pratica tutti i dati, meno l’informazione centrale: nel caso di una telefonata, l’audio della stessa; nel caso di un sms, il testo dello stesso; nel caso di un’email, il corpo del messaggio.
Nel caso dei metadati, è l’aggregato degli stessi a rappresentare un nuovo contenuto.
Il problema è che, storicamente, i metadati non hanno ricevuto la stessa tutela nelle leggi dei vari governi, pertanto le autorità possono acquisire con una certa facilità i tabulati telefonici degli utenti, o le transazioni bancarie, …
E’ importante essere quantomeno consapevoli di cosa siano i metadati, e di quanto questi ultimi siano in grado di raccontare una storia su di noi.